Vogliamo socializzare alcune note del diario di bordo del Laboratorio
Crash sulla giornata del 22 novembre.
Inviamo questo messaggio ad uno
spazio politico pubblico di cui vediamo la lenta e inarrestabile
emersione anche a Bologna. L’idea è quella di dare un contributo
positivo e di rilancio condividendo una bussola con tutti e tutte
quelli che vogliono navigare, o meglio fare surf sulle onde che
attraversano i nostri territori in queste prime giornate di crisi.
Con le iniziative di lotta del 22 novembre abbiamo voluto innaugurare
un’altra partenza di un lungo viaggio iniziato qualche anno fa, lo
abbiamo fatto con gli strumenti e gli attrezzi che riteniamo utili alla
conquista delle mete dei movimenti e della conflittualità sociale:
appropriazione e comunicazione radicale.
Nel primo pomeriggio abbiamo
occupato uno stabile di proprietà pubblica, gia’ occupato diverse
volte, lasciato abbandonato e reso inagibile da anni, abbiamo disvelato
simbolicamente per l’ennesima volta quanta ricchezza e bene pubblico
viene sottratto all’uso comune e lo abbiamo fatto con la pratica
dell’occupazione alternando il linguaggio dell’appropriazione, della
denuncia e della contestazione. Il repentino intervento delle forze
dell’ordine misura bene la temperatura che con quell’iniziativa di
lotta eravamo riusciti a far alzare nei palazzi del potere cittadino.
Subito dopo lo sgombero abbiamo raggiunto la piazza della comunicazione
e dei desideri che per due ore ha attraversato il centro della città,
parlandogli con la lingua dei centri sociali e con il dialetto della
comunicazione radicale. Durante tutta l’iniziativa via Indipendenza si
è fatta scaldare dalle note della nostra cultura e ha dimostrato
consenso e partecipazione alla costruzione del senso politico della
giornata di lotta promossa dai compagni e dalle compagne del
Laboratorio Crash!
All’incirca un anno fa, con la manifestazione del 6 ottobre un
formidabile ciclo di lotte trovava il suo naturale approdo, una piazza
antagonista e poliforme costruiva un nuovo porto alla parte della città
che resiste, che si indigna, che si ribella e conquistava un nuovo
spazio sociale, il Laboratorio Crash di via Zanardi 106. Oggi ci piace
ricordare le parole che ci disse un assessore della giunta Cofferati al
termine dell’occupazione di Via Avesella 2, rivolgendosi ai precari e
alle precarie che l’avevano occupata e ai giornalisti, disse: "vi
toglierò l’acqua in cui nuotate!". Magari fosse stato così caro
assessore! A ben vedere invece dall’iniziativa di lotta di Via Avesella
2 parti’ una stagione di conflitto e antagonismo sociale che ancora
oggi schiera da una parte chi si batte per la giustizia sociale, la
dignita’, per una Bologna, aperta, accogliente e tollerante e chi
dall’altra, con il discorso della legalità ne ha fatto quasi un lager a
cielo aperto dove i peggiori istinti e ormai possiamo ben dirlo, anche
i peggiori individui, possono fare quello che vogliono, agendo il
pericoloso discorso del razzismo, dell’intolleranza e della guerra tra
poveri. Caro assessore l’acqua in cui nuotavamo non ce l’hai tolta! E
adesso, in queste giornate di crisi, di mare burrascoso e in tempesta,
nel Laboratorio Crash possiamo annunciare che abbiamo costruito una
tavola da surf con cui sfidare le sue onde!
Un nuovo ciclo di movimento è all’orizzonte e ce lo sta indicando la
lotta coraggiosa delle maestre, dei professori e degli studenti, il
movimento no-gelmini ci ha dato il materiale prezioso per costruire la
bussola che abbiamo oggi tra le mani, e questa bussola che useremo nei
nostri territori dice: NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO! Vogliamo partire
da questo enunciato semplice e diretto che da settimane attraversa le
piazze e le strade di tutta Italia, per ripensare il ruolo dei centri
sociali nei territori e la direzione delle lotte e del conflitto. E
vogliamo ripensarlo insieme a tutti e tutte quelli che come noi si
auto-riconoscono in quel semplice slogan, cominciando collettivamente a
declinarlo nella nostra quotidianità. Il 22 novembre ha voluto chiarire
questo alla città di Bologna, con gli attrezzi della comunicazione
radicale e dell’appropriazione una parte della città è in partenza
verso la conquista di nuove mete e dal porto costruito insieme il 6
ottobre sta gia’ levando gli ormeggi! Chi non ha voluto o saputo
compredere questo dato chiaro e semplice dell’agenda politica dei
movimenti puo’ restarsene sulla spiaggia, ma consigliamo di fare attenzione, le acque salmastre se non
si smuovono aprendosi alla corrente del mare, possono diventare una
palude.
Laboratorio Crash direzione movimento