Rifiutiamo le prescrizioni della questura!

Veniamo a sapere in merito alla manifestazione in solidarietà alla resistenza della popolazione palestinese della striscia di Gaza, indetta dal movimento cittadino per il 24 Gennaio 2009 e di cui siamo tra i promotori, dei pesanti veti che dalla questura arbitrariamente vanno a colpire la percorribilità delle strade e perfino la tempistica con cui questa solidarietà va espressa.

Le posizioni esplicitate dal vescovo, a cui segue la scelta di modificare orari e percorso del corteo, sono inaccettabili. In questo modo ci sembra che si voglia con ostinazione affermare un idea di città che come Laboratorio Crash! rifiutiamo categoricamente. Non è possibile continuare a provocare un’ampissima parte della comunità migrante bolognese! Perchè la citta che vogliamo e siamo in tanti a volerlo è aperta e accogliente per tutti e tutte.

Un intero arco istituzionale, di partiti di governo e di opposizione cittadini, finanche di partiti dichiaratamente neofascisti, suddito di queste parole, tramite le pressioni esercitate in questi giorni pensano di aver così allontanato dagli occhi del centro cittadino lo "spettro" di quella che è una guerra combattuta da Israele in esplicita violazione di ogni convenzione internazionale.

Di aver allontanato dal centro cittadino quanti credono giusta e doverosa un’espressione di solidarietà alla popolazione palestinese, ben lontani dalla propaganda sionista che da decenni presenta come "dovuta difesa" quello che è sempre stato un regime illegittimo di occupazione militare.

Niente di più sbagliato. Questi veti riattualizzano e riterritorializzano quelle che sono le negazioni che lo stato di Israele impone alla popolazione palestinese: check point e muri dell’apharteid che si tenta di costruirci attorno nel centro di Bologna. Oggi più che mai ci sentiamo vicini, anche per questo, a quanti con i loro sacrifici umani e la loro resistenza combattono per la liberazione delle proprie terre dagli occupanti sionisti.

Ancor più grave, nel cumulo dei fatti, è che si accetti serenamente l’introduzione sulla libertà di movimento di un sistema di diritto differenziale su basi di appartenenza religiosa. Questa l’esplicita motivazione dei veti presentati. Noi non ci stiamo. Rivendichiamo la percorribiltà delle strade e delle piazze, del più sperduto dei vicoli, dei meno conosciuti angoli, così come delle più centrali delle piazze della nostra città tutta. Quella di sabato 24 sarà una manifestazione determinata a conquistarsi la sua agibilità.

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